Il portale dedicato a chi non si limita a SAPERE ma tende a CAPIRE…
Published under Banche, Derivati, Economia e dintorni, I.P. (Important Post)
16 Ottobre 2012
No comments
Salve a tutti, stavolta vorrei fare un po’ di chiarezza su cosa sono i derivati, a cosa servono e come si suddividono.
Questa sarà la prima di diverse lezioni per portare un po’ di luce in questi oscuri strumenti finanziari, che sovente sono causa di vere e proprie crisi finanziarie, (la parola “subprime” vi dice qualcosa?
Altre volte invece sono strumenti molto utili per gestire l’incertezza insita in un investimento. In sé i derivati altro non fanno che dare la facoltà oppure l’obbligo a chi li sottoscrive di effettuare una transazione futura di acquisto o vendita, fissando da subito le condizioni.
Quindi questa guida punta solo ed esclusivamente a fare chiarezza sui derivati e sul loro fine, ergo non usufruirò di frasi come quella di Warren Buffet (“…i derivati sono armi di distruzione di massa…”), oppure portandovi a conoscenza del fatto che l’esposizione dei derivati in tutto il sistema bancario, è pari a circa 10 volte il PIL mondiale (e quindi noi tutti siamo seduti in una montagna di carta straccia che riporta crediti e debiti inesigibili matematicamente), per esprimere un qualsivoglia pensiero direzionale per orientare l’investitore medio.
Solo a titolo informativo vi lascio questa infografica che notifica le 25 banche commerciali più grandi al mondo e la loro esposizione sui derivati:
I titoli derivati
I titoli derivati sono strumenti finanziari che si distinguono per il fatto, che il loro valore dipende da altre variabili, definite attività sottostanti. Le variabili sottostanti i titoli derivati possono avere diversa natura.
Ad esempio il valore di un derivato può dipendere da un altro titolo: valute, merci, azioni, crediti, indici finanziari, indici in generale o anche altri derivati !
Il valore di un derivato può inoltre dipendere anche dal valore del suo sottostante, come ad esempio il derivato del grano, sul mais, sullo zucchero, sul petrolio, sull’oro, bovini, suini, ovini …..
Le variabili su cui possono essere scritti i derivati, in ultima analisi, possono essere quindi molteplici.
Questi contratti possono essere negoziati sia in Borsa, che nei mercati cosiddetti over the counter (fuori Borsa).
Sono nati per coprire le imprese ed altre istituzioni da una serie di rischi legati alle loro attività, quali il rischio di cambio, quello di tasso di interesse, il rischio di oscillazione dei prezzi delle materie prime e si sono poi estesi ad altre aree, quale quella del rischio di credito (un esempio sono i CDS-Credit Default Swap-che analizzeremo successivamente, dei quali si è molto parlato nell’attuale crisi finanziaria). I derivati una volta usati per questi scopi, oggi vengono utilizzati anche per fini diversi dalla semplice protezione, alcuni dei quali certamente meno nobili.
Tipologie di strumenti derivati:
Esistono poi innumerevoli prodotti derivati da quelli base, tra i quali ad esempio “forward rate agreement”, i “warrant”, i “cap”, i “floor”, i “collar”, i titoli detti “sintetici”.
Più comunemente vengono definiti in gergo “contratti plain vanilla” quelli più semplici, e “contratti esotici”quelli più complessi. Spesso i giornalisti quando farciscono i loro articoli con questi termini, non hanno la più pallida idea di quello che stanno dicendo.
A cosa servono gli strumenti derivati:
Gli strumenti derivati vengono utilizzati per effettuare tre tipologie di operazioni finanziarie in particola.
Continua…
Qualora l'articolo fosse di tuo gradimento, ti invitiamo a sostenerci mediante una piccola donazione cliccando l'apposito bottone in alto a destra nella pagina o sul banner sottostante.
Lascia un commento